Palazzo sacchetti
Palazzo sacchetti 2

Palazzo Sacchetti

Durata: 2 ore
Visita guidata con apertura esclusiva

Questo imponente palazzo al n. 66 di Via Giulia è sorto sull’area detta nel ‘500 “Orto di San Biagio”, dove Antonio da Sangallo aveva acquistato un terreno per costruirvi la sua abitazione. Così nel 1542 fu eretto un edificio a tre piani di cinque finestre ciascuno, con un bel portale tra due finestre. L’artista vi abitò pochi anni perché morì nel 1546; vi subentrò il figlio Orazio, che nel 1552 vendette il palazzo al cardinale Giovanni Ricci di Montepulciano. Questi fece ampliare l’edificio raggiungendo le attuali dimensioni, con un prospetto di sette finestre; furono decorate anche alcune sale interne da vari artisti, tra i quali Francesco Salviati. Ma cinque anni dopo, a lavori ultimati, la proprietà passò a Tommaso Marino di Terranova, che però la rivendette quasi subito, ed esattamente al nipote del cardinale, Giulio. Sembrava una proprietà costantemente indesiderata o più probabilmente impegnativa, che costringeva gli acquirenti a rivenderla per rifarsi delle spese sostenute nei lavori di ampliamento e decorazione.

Giulio Ricci vendette il palazzo ai Ceoli, banchieri di Pisa, che si impegnarono in numerosi lavori, tra i quali la famosa galleria, il versante sul Vicolo Orbitelli, le facciate posteriori decorate a graffiti (oggi andati perduti), l’ultimo piano e la fontana su Via Giulia. Eppure anche loro lo rivendettero; nel 1608 lo riacquistò il cardinale Ottavio Acquaviva d’Aragona che vi rimase per quarant’anni. Nel 1648 lo vendette ai Sacchetti, originari di Firenze e trasferitisi a Roma per la loro ostilità verso i Medici. Questi marchesi non l’avrebbero più ceduto a nessuno, e il palazzo è oggi ancora di loro proprietà.

Il palazzo è in mattoni e apre su via Giulia con un bel portale in marmo sormontato da un balcone con balaustra in ferro. Nell’androne, un rilievo del III secolo raffigurante un episodio della vita dell’imperatore Settimio Severo. Nel giardino è un ninfeo decorato con stucchi. All’interno sono notevoli il salone dei mappamondi affrescato dal Salviati e la galleria con dipinti di carattere biblico opera di Pietro da Cortona.

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