Milano, Cenacolo Vinciano e la chiesa Santa Maria delle Grazie
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L’Ultima Cena di Leonardo da Vinci rappresenta in assoluto una delle opere d’arte più importanti di tutti i tempi, sia per la sua carica innovativa che per l’impatto che ebbe sugli artisti di tutte le epoche, dai contemporanei a Warhol. Leonardo rappresenta il momento più drammatico del Vangelo quando Cristo annuncia il tradimento di uno degli apostoli “In verità vi dico uno di voi mi tradirà”. È una scena agitata attorno al fulcro immobile costituito dalla figura di Gesù, che si richiama al Cristo Giudice del Giudizio Universale. Attorno a lui convergono gli apostoli sistemati a gruppi di tre, secondo le diverse reazioni alle parole di Cristo: di domanda, di scandalo, di timore, di commozione, “i moti dell’animo”. Da notare anche come i movimenti degli apostoli sono più convulsi verso il centro del tavolo e più pacati verso gli estremi. Questo perché, come avviene nella realtà, le parole vengono udite con più difficoltà all’aumentare della distanza, secondo le leggi acustiche che Leonardo studiava proprio in quegli anni: “il più vicino meglio intende il più lontano manco ode”. Tutta la scena è illuminata da una luce fredda e limpida che rivela in modo analitico i particolari della scena, estremamente raffinati: i cibi, i piatti, i bicchieri in vetro trasparente, le stesse pieghe della tovaglia che creano delle straordinarie nature morte.
Accanto al Cenacolo è imperdibile la splendida chiesa di Santa Maria delle Grazie, uno dei punti più alti del Rinascimento a Milano. L’aula longitudinale, raccolta e ombrosa, si apre nel grande spazio luminoso della tribuna progettata da Donato Bramante su commissione di Ludovico il Moro.
Questo straordinario spazio, costruito sul modulo del cerchio inscritto nel quadrato, pur inserendosi armoniosamente nell’intero organismo della chiesa, si distacca nettamente dal linguaggio goticheggiante delle navate, e trasmette ancora oggi una forte emozione al visitatore.