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Il Parco degli Acquedotti: capolavori dell’ingegneria romana

il parco degli acquedotti

Durata: 2 ore circa 

Passeggiando nel Parco degli Acquedotti, uno dei parchi più affascinanti di Roma , non si può fare a meno di non pensare al film La Grande Bellezza e sentirsi in un’atmosfera sospesa nel tempo.

Il parco, racchiuso tra Via Appia e Via Tuscolana, si estende per circa 240 ettari. Il suo nome deriva dalla presenza in elevato o sotterranea di sette acquedotti romani e papali che rifornivano di acqua l’antica Roma, le immense ville patrizie, le terme e le fontane.

L’acqua arrivava nell’antica Roma con una serie di archi di trionfo”. Così il grande poeta tedesco Goethe, durante il suo soggiorno a Roma nel 1788, parla delle grandi rovine che dominavano la campagna romana e che tanti pittori europei andavano celebrando nei loro disegni e acquarelli. Oggi quelle monumentali e antiche arcate sono ancora lì, accanto ai resti di ville patrizie e tombe monumentali, in un paesaggio rurale miracolosamente scampato all’invasione urbana del secondo ’900.

Nel parco si possono contare ben sette acquedotti degli undici acquedotti romani: l’Anio Vetus, l’Anio Novus, quello dell’Aqua Marcia, della Tepula, l’acquedotto Iulia, quello dell’Aqua Claudia e l’Acquedotto Felice, tuttora funzionante, edificato nel 1585 da Papa Sisto V, Felice Peretti, sulle arcate dell’Acquedotto Marcio. In quest’area sono presenti altri interessanti edifici antichi, tra cui la villa delle Vignacce, il casale di Roma Vecchia e la Villa dei Sette Bassi.

Plinio il Vecchio (23-79 d.c.) scrisse: “Chi vorrà considerare con attenzione la quantità delle acque di uso pubblico per le terme, le piscine, le fontane, le case, i giardini suburbani, le ville; la distanza da cui l’acqua viene, i condotti che sono stati costruiti, i monti che sono stati perforati, le valli che sono state superate, dovrà riconoscere che nulla in tutto il mondo è mai esistito di più meraviglioso“.

Gli acquedotti romani furono costruzioni molto sofisticate, il cui livello qualitativo e tecnologico non ebbe uguali per oltre 1000 anni dopo la caduta dell’Impero Romano.

Oggi, gran parte dei condotti non è più visibile, sia perché molti avevano un percorso sotterraneo sia perché in diversi casi, alle strutture esterne degli acquedotti più antichi sono state sovrapposte nel tempo quelle più recenti.

 

Questo itinerario può essere effettuato a piedi o in bicicletta con possibilità di abbinarlo al tour dell’Appia antica.

 

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